Kickie Chudikova è una designer industriale con sede a New York, specializzata nella creazione di prodotti, mobili e soluzioni per l'illuminazione. Coniugando la sua esperienza nel design industriale con una profonda conoscenza dell'artigianato, è affascinata dalla bellezza senza tempo di materiali come vetro, ferro, porcellana e marmo, valorizzati dall’uso di tecnologie all'avanguardia.
Designer industriale, artista, maker: chi è Kickie?
Mi chiamo Kickie Chudikova, sono originaria della Slovacchia ma vivo a New York da oltre dieci anni. Ho studiato Disegno Industriale, ma, considerando la varietà dei miei progetti, mi definisco semplicemente una "designer", poiché questo termine descrive meglio l'ampiezza del mio lavoro.
Nel 2020 ho fondato il mio studio di design. Come designer, il mio obiettivo è arricchire la vita delle persone con momenti di positività e bellezza, creando oggetti capaci di suscitare emozioni e di dare vita agli spazi che li accolgono. Voglio portare sul mercato qualcosa di innovativo, che trasmetta gioia e faccia sorridere chi lo utilizza.
Progetto mobili, illuminazione e diversi oggetti per aziende, ma sto anche sviluppando una mia linea personale. Sono particolarmente appassionata del lavoro con il vetro: collaboro con maestri vetrai a Murano e ho una collezione di bicchieri da cocktail che produco nella Repubblica Ceca.
Mi piace sentire una connessione diretta con i materiali che utilizzo. Attualmente sto lavorando in uno studio di ceramica, dove utilizzo una stampante 3D per modellare l’argilla.
In che modo il tuo background internazionale ha influenzato il tuo lavoro e il tuo stile?
Sono cresciuta a Bratislava, in Slovacchia, e credo fermamente che il luogo in cui cresci abbia un'influenza profonda sul tuo modo di pensare, sui tuoi valori, sul tuo stile e sulle tue scelte estetiche.
La mia infanzia si è svolta in una vecchia casa modernista, costruita negli anni '30 da un famoso architetto e precedentemente appartenuta a un pittore. Quando i miei genitori si trasferirono lì negli anni '70, le pareti erano decorate con colori scuri e saturi. Loro la rinnovarono, dandole vita con l'arredamento più elegante che fosse possibile trovare in un paese comunista. Da allora, l'arredamento non è mai cambiato: tappeti floreali rossi, pareti gialle, lampadari arancioni, mobili da cucina verdi.
Ogni stanza ha un suo colore dominante, e lo stesso vale per la maggior parte dei mobili. Sono cresciuta circondata da un tripudio di colori, e questo amore per il colore si riflette ampiamente nel mio lavoro.
Mio padre, ingegnere civile, era sempre impegnato in qualche progetto in casa, che si trattasse di riparare o migliorare qualcosa. Mia madre, invece, ha un grande senso dello stile, sia nell’abbigliamento che nell’arredamento della casa, riuscendo sempre a decorarla nei modi più creativi. Sono certa che tutto questo abbia influenzato il mio gusto estetico, il mio pensiero e la mia decisione di diventare una designer. Non ho mai desiderato essere altro.
Ho studiato design industriale a Vienna, in Austria, con Hartmut Esslinger, fondatore di Frog Design e noto per il suo lavoro con Apple negli anni '80. Ho continuato la mia formazione al Politecnico di Milano, dove ho potuto approfondire il design e la cultura italiana.
Successivamente, mi sono trasferita a New York per lavorare con Karim Rashid, sviluppando prodotti e mobili per alcuni dei migliori marchi di arredamento e illuminazione. Nel 2020 ho fondato il mio studio a Brooklyn. Oggi, come designer, mi ritengo fortunata a comprendere sia il mercato europeo che quello americano, e questo mi permette di creare oggetti che si adattano perfettamente a un mercato globale.
Cosa rappresenta il colore nel tuo lavoro e nella vita di tutti i giorni?
Il colore è uno strumento potentissimo, perché dove c’è LUCE, c’è COLORE. Il COLORE è ENERGIA. Questa energia influisce sul nostro umore e sulla nostra percezione, suscitando emozioni diverse.
Sono una persona molto ottimista e, per me, il colore rappresenta la gioia. Adoro vestirmi in modo colorato, tanto che chi mi conosce mi associa proprio ai colori vivaci che indosso.
Il mio lavoro e la mia vita sono noti per l'uso abbondante del colore e per il mio stile di design organico ma minimale.
Lo definisco "Minimal with a twist" perché cerco sempre di portare sul mercato qualcosa di nuovo, inaspettato e piacevolmente sorprendente.
Il colore ha un impatto molto forte su un oggetto, perciò come designer dobbiamo usarlo con attenzione e consapevolezza.
Il mio obiettivo è creare esperienze gioiose, edificanti e ispiratrici attraverso le mie creazioni.
Il colore, nel design, ha il potere di evocare emozioni. Ognuno di noi lo percepisce in modo unico, poiché la nostra visione del colore è profondamente legata alle esperienze personali.
Qual è il tuo posto preferito nella tua casa a New York?
Adoro stare vicino alla finestra, sentire il sole sulla pelle: la luce e la sensazione di essere all'aperto. Il sole porta colore e gioia. Di recente mi sono trasferita in un nuovo appartamento, e la mia vita sta cambiando grazie alla luce che inonda la casa attraverso la grande finestra, dal pavimento al soffitto. È una differenza enorme rispetto alla mia vecchia casa a Brooklyn, che aveva tanto fascino ma poca luce naturale.
A New York, ogni luogo da cui posso vedere il Chrysler Building mi fa sentire a casa. È come se quell’edificio fosse vivo, familiare, e mi ricorda in qualche modo una cattedrale gotica europea, nonostante sia molto più recente – completato solo nel 1930, non ha nemmeno 100 anni. Eppure è già così iconico. Ho persino creato un gioiello ispirato a questo edificio.